Una nuova 'Era'

 

 

Mi convinsi che dovevo assolutamente provare il volo in paramotore. Dato che tutti gli anni vado in ferie in Toscana, mi informai se ci fosse una scuola di volo nei pressi di Pisa o Livorno e la trovai! Contattai l’istruttore e … 'et voilà' !

Un gran toscanaccio verace, senza troppi peli sulla lingua, un ex della Brigata Folgore.

Fu un ‘addestramento’ di due settimane, tutti i giorni, preciso, puntuale, in stile semi militaresco ma simpatico e divertente.

Mi fece conoscere da cosa è composto un paramotore, la carburazione, l’elica, la sicurezza, le tecniche di pilotaggio e così via. Con lui c’era anche la sua compagna, una simpatica ragazza, anch’essa pilota. Insomma, ero e mi sentivo proprio in buone mani!

Tra le altre, in un momento di pausa mi spiegò come facevano i Navy Seals a sopprimere un nemico prendendolo alle spalle con un punteruolo. Non lo avesse mai fatto!!! Quando tornai, dopo le ferie, al lavoro, ruppi le palle ai miei colleghi di ufficio per mesi tirandogli imboscate alle spalle e ripetendogli: “Ecco ecco, vedi, così i Neavy Seals tirano le imboscate ai nemici colpendoli alle spalle …”.

Poi, una mattina presto, dopo molte giornate di allenamento e preparazione, l’aria ancora abbastanza fresca e sbarazzina, il vento che arrivava dal mare ancora debole ed io tutto emozionato e concentrato, ma perché? … Perché dovevo effettuare il mio primo decollo, volo ed atterraggio in paramotore!

Ragazzi, è stato indimenticabile! Quella mattina, quando mi incontrai con l’istruttore, ricordo che mi disse: “Allora Glìcole, sei pronto?”, e li la tremarella cominciò a farsi sempre più forte, quasi potevo calcolarne l’oscillazione!

Una tremarella che poi non era paura, ma forte emozione!

In campetto, che poi era una piccola aviosuperficie, mi preparai a dovere, stesi la vela a terra, mi imbragai, “Via dall’elica”, mi agganciai ai moschettoni, check-list e prova di simmetria. L’istruttore, per radio, cominciava a darmi istruzioni e poi, concentrazione assoluta!

Cominciai a correre, il mondo si fece improvvisamente silenzioso, ero l’unico sulla faccia della terra. La vela che ti viene appresso, il peso del paramotore, un filo di gas, la coppia dell’elica che comincia a farsi sentire e la vela che ti sale sulla verticale. Dopo di che, ecco le famose frasi, quasi dello stesso peso di “… ok Glìcole, il vento è buono, quando vuoi…”, ovvero “MOTORE, MOTORE, MOTORE !!!” gridato a pieni polmoni nella radio !!!

In quel momento, complice l’emozione e l’adrenalina che ti scorre a fiumi nelle vene, non capii più niente (sempre che prima capissi qualcosa)! Una forte spinta, che arrivava dalla mia schiena, obbligò le mie gambe a correre e correre e correre fino a che … il terreno cominciò ad abbassarsi (è chiaro che ero io ad alzarmi, ma la sensazione è proprio quella) e decollai!

Subito, dalla tensione, mi venne da vomitare, come se non avessi digerito il famoso budino di mia mamma, cosa per altro impossibile. Ma sparì dopo pochi secondi! Sempre per radio l’istruttore, con voce calma e meticolosa, come se lo avessi vicino a me, mi diceva cosa fare. La cosa ganza, e sono in toscana e quindi posso dirlo, venne quando, il giorno dopo eseguendo un altro volo, mi fece fare dei 'touch and go' sulla pista erbosa dove poco prima ero decollato. Quello era proprio volare, come lo immaginavo io, un vero divertimento! Il volo degli uccelli! Libero nell'aria!

 

Comunque, tornando al giorno precedente, le sensazioni furono un bombardamento continuo fino a che mi fece atterrare. Ed il bello, anzi bellissimo, fu quando, pochi istanti prima di toccare terra, l’istruttore mi corse incontro e mi afferrò per la cinghia ventrale dell’imbrago al fine di impedire che, in qualche modo, cadessi all’indietro per terra. Lo interpretai come un gesto affettuoso, quasi paterno. E dopo la sua fidanzata che mi riempie di complimenti mollando qualche buffetto con la mano sul casco che avevo ancora addosso!

 

Davvero, un bel ricordo !!!